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giovedì 22 marzo 2018

Microplastiche nell’acqua che beviamo: trovate nelle bottiglie e anche dal rubinetto

Frammenti rilevati nelle acque confezionate

Un’indagine sulla presenza di microplastiche nelle acque confezionate diffuse a livello globale, condotta dall’organizzazione giornalistica no -profit Orb Media e affidata per i test in laboratorio alla State University di New York, Fredonia, ha preso in esame 259 bottiglie acquistate in nove diversi Paesi e appartenenti a 11 differenti marchi: il risultato è stato che quasi tutte contengono tracce di plastica (93%).

Sono state rinvenute in media 10 particelle per litro delle dimensioni di 100 micron, cioè 0,10 millimetri. La presenza di tali frammenti è doppia rispetto a quella rilevata da una precedente analisi sempre di Orb Media condotta nel 2017 su acque di rubinetto, di cui parleremo nel seguito. Sono invece 325 le microplastiche inferiori a 100 micron trovate, in quest’ultima ricerca, dentro ogni litro di acqua in bottiglia. La plastica più presente è il polipropilene, quella usata per produrre i tappi. La contaminazione avviene, come rilevato dall’indagine, anche nella fase di imbottigliamento e chiusura delle bottiglie, ma solo in parte.

Sherri Mason, professoressa di chimica che ha condotto le analisi, ha dichiarato alla Bbc di aver trovato “plastica di bottiglia in bottiglia, marchio dopo marchio. Non si tratta di puntare il dito contro i brand presi in esame, ma di mostrare che la plastica è diventata un materiale così pervasivo da avere raggiunto anche l’acqua, un bene primario“.

La ricerca, guidata dalla professoressa Mason, non pubblicata ad oggi su rivista scientifica, è stata contestata dai brand coinvolti per il metodo scientifico utilizzato che, secondo alcuni marchi, potrebbe generare falsi positivi.

In un altro studio pubblicato nel dicembre 2017 e commissionato da Story of Stuff  i ricercatori di Ocean Analytics hanno esaminato 19 marchi d’acqua in bottiglia consumati negli Stati Uniti. Anche qui sono state trovate in maniera diffusa microfibre di plastica. Per esempio il marchio Boxed Water conteneva in media 58,6 fibre di plastica per litro. Ozarka e Ice Mountain (Nestlé) avevano concentrazioni rispettivamente di 15 e 11 pezzi per litro. L’acqua delle Fiji aveva 12 fibre di plastica per litro.

 

La microplastica dal rubinetto

Non si salva neppure l’acqua dal rubinetto. Un’altra ricerca sempre di Orb Media, effettuata in precedenza, nel 2017, sull’acqua dei rubinetti di casa di tutto il mondo, da New York a Nuova Delhi, ha mostrato come da questi sgorgano fibre di microplastica.

La Orb Media, lavorando insieme ai ricercatori dell’Università statale di New York e dell’Università del Minnesota, ha testato 159 campioni di acqua potabile di città grandi e piccole provenienti da più o meno tutto il mondo, compresi gli Usa, l’Uganda, l’Ecuador, l’Indonesia e l’Europa. L’83% per cento di questi campioni conteneva microscopiche fibre di plastica. E se ci sono nell’acqua di rubinetto probabilmente ci sono anche nei cibi preparati con l’acqua, come dicono i ricercatori.

Secondo questa indagine, la situazione non è per niente confortante: l’acqua del rubinetto, e dunque i cibi che cuciniamo, contiene plastica nel 94,4% dei campioni di acqua potabile negli Usa come in Libano,  nell’82,4% in India. In Europa va meglio, ma neanche poi tanto: è contaminato il 72% dell’acqua che beviamo, e per ogni 500 ml, una bottiglietta da mezzo litro, ingeriamo in media 1,9 fibre di plastica (negli USA sono 4,8).

La contaminazione sfida dunque le barriere geografiche, ma anche di reddito: il numero di fibre trovate nel campione di acqua di rubinetto prelevato nei bagni del Trump Grill è uguale a quello dei campioni prelevati a Quito, la capitale dell’Ecuador.

 

Veicolazione ed effetti sulla salute

Quali effetti questo abbia sulla salute pubblica non è chiaro dagli studi citati, nessuno di loro si sofferma sulle implicazioni date dall’ingestione di queste particelle da parte degli organismi, ma si può presupporre che non sia il più sano dei trattamenti.

Diversi sono i motivi di preoccupazione. Il primo riguarda le dimensioni delle particelle: le analisi di Orb hanno individuato solo quelle più grandi di 2,5 micron, 2500 volte più grandi di un nanometro (per fare un confronto, il diametro di un capello umano oscilla tra i 50 e gli 80 micron). Ma quelle di dimensioni nanometriche sono sufficientemente piccole da penetrare in cellule e tessuti, dove potrebbero causare danni ancora non stimabili.

Nelle plastiche si possono trovare poi: bisfenolo A, ftalati, nonilfenolo (NP), polibromo difenil eterli (PBDE) o residui di pesticidi, queste sostanze chimiche possono avere effetti tossici sugli organismi acquatici, possono essere bioaccumulabili o essere interferenti endocrini, per dirne alcuni degli effetti. Gli interferenti endocrini sono una minaccia in particolare la fertilità e per l’ambiente, sono altresì sostanze sospettate di essere causa di tumori ormono-dipendenti, disturbi neuro comportamentali e altre patologie, oltre che interferire con lo sviluppo cerebrale.

Alcuni studi in laboratorio sugli organismi marini hanno mostrato che l’ingestione di microplastiche può generare su di essi due tipi di  impatti  differenti: di natura fisica, ad esempio lesioni agli organi dove avviene l’accumulo e di natura chimica, attraverso il  trasferimento e l’accumulo di sostanze inquinanti.

Rimaniamo quindi con molte incognite, ma anche con la convinzione che un accumulo sul lungo periodo negli organismi possa essere un pericolo, seppur non ancora stimato in termini di che dimensioni e livelli, anche per l’uomo; sia per effetto delle sostanze chimiche veicolate, sia per la capacità di penetrare in cellule e tessuti che hanno le particelle nanometriche.

La contaminazione da microplastiche ha origine da molte fonti, ma,  in accordo con quanto affermato dal recente Rapporto IUCN  -International Union for Conservation of Nature- due sono le principali: i lavaggi in lavatrice dei tessuti sintetici e dalle polveri derivanti dall’usura degli pneumatici.

Ma la veicolazione delle microplastiche avviene anche attraverso l’aria, non solo l’acqua, questo spiega le tracce di microplastiche rintracciate in sorgenti idriche più sperdute.

Altra possibile fonte di contaminazione, nel caso della presenza di microfibre dal rubinetto, potrebbero essere le condutture realizzate in materiali plastici, ma anche l’inefficienza dei sistemi di filtraggio, per le dimensioni di queste particelle, da parte dei sistemi di depurazione e potabilizzazione.

 

Iniziativa UE su acqua potabile più pulita

Il collegio dei Commissari Ue ha adottato mercoledì 31 gennaio 2018 delle proposte di modifiche alla direttiva acque potabili, con l’obiettivo di aumentare non solo la qualità dell’acqua potabile per i cittadini delle aree svantaggiate, ma anche delle informazioni disponibili a livello regionale e locale; ovvero di fornire un’informazione più completa ai cittadini sulla composizione chimica e biologica.  L’obiettivo è incoraggiare i consumi di acqua dal rubinetto contribuendo a ridurre l’uso delle bottiglie di plastica. La Commissione prevede inoltre di introdurre un monitoraggio costante sulle microplastiche nei bacini idrici.

La contaminazione delle acque potabili cittadine evidentemente comincia a destare preoccupazione. E, ad oggi, se le indagini effettuate sulle acque in bottiglia sono confermate, si può ritenere che serviranno ulteriori misure e controlli anche per queste. A tutto ciò si aggiunge la necessità di avere risposte, e dunque maggiori certezze, sulle ripercussioni sulla salute umana e degli animali.

 

Cosa si può fare noi da subito

Di certo comprare meno acqua in bottiglie di plastica, utilizzando bottiglie in vetro; è un circolo vizioso, si compra nuova plastica si immette sempre più plastica. In molti Comuni si offre un servizio di acqua potabile e buona, dove non è altrettanto gradevole quella del rubinetto.

Non utilizzare sacchetti di plastica, quando andate a fare la spesa prendere l’abitudine di portarci appresso borse riutilizzabili e cercare di fare altrettanto per sostituire i contenitori usa-e-getta in plastica di panini o merendine. Bandire le cannucce, e quanto più possibile piatti e bicchieri di plastica, hanno un ciclo di vita davvero breve, specie le cannuccie sono gli oggetti più usa-e-getta al mondo, che invece continuano la loro esistenza per secoli nelle discariche e nell’ambiente.

Utilizzare al minimo gli indumenti in pile o comunque sintetici e lavarli con cicli molto delicati. In un unico lavaggio, una giacca di pile può perdere fino a 1900 fibre sintetiche, che finiscono per saturare aria, acqua e suolo.

Farsi dare un passaggio, utilizzare i trasporti pubblici e incoraggiare chi ci sta vicino a fare altrettanto, la polvere di pneumatico finisce nei corsi d’acqua, si disperde in aria, arrivando negli oceani, ma in pratica ovunque, ed è una delle principali cause di inquinamento da microplastiche.

 

Fonti: 

Plus Plastic- Microplastic found in global bottled water, By Christopher Tyree and Dan Morrison. https://orbmedia.org/stories/plus-plastic

Invisibles-The plastic inside us, By Chris Tyree & Dan Morrison. https://orbmedia.org/stories/Invisibles_plastics 

Synthetic Polymer Contamination in bottled  water, By Sherri A. Mason, Victoria Welch, Joseph Neratko . State University of New York at Fredonia, Department of Geology & Environmental Sciences. http://home.fredonia.edu/earth/faculty-mason

http://lab.gruppoespresso.it/repubblica/2017/ambiente/inquinamento_plastica_acqua/

http://www.repubblica.it/ambiente/2018/03/15/news/_microplastiche_nel_90_delle_bottiglie_d_acqua_che_beviamo_-191342622/

https://storyofstuff.org/blog/release-new-study-finds-widespread-plastic-microfiber-contamination-in-bottled-water/

http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/acqua/2018/01/31/commissione-ue-propone-nuove-norme-su-qualita-acque-potabili_66a19f33-1435-471c-9832-e1fd89ad94c0.html

http://www.adnkronos.com/salute/2016/07/18/sostanze-chimiche-rischiose-dalle-padelle-alle-plastiche-decalogo-per-difendersi_M8380qDnyLSOxBBCWhRgrO.html

https://www.greenpeace.org/italy/Global/italy/report/2016/mare/la-plastica-nel-piatto.pdf

https://www.wired.it/lifestyle/salute/2017/09/06/beviamo-plastica-possiamo-cambiare-le-cose/

https://www.focus.it/ambiente/ecologia/fibre-di-plastica-nellacqua-del-rubinetto-di-tutto-il-mondo

 

Foto di copertina:

Photo by mali maeder from Pexels   http://ift.tt/2EKUU3q

Foto nel testo:

Photo by Kaboompics .com from Pexels https://www.pexels.com/photo/water-flows-from-the-tap-to-sink-6256/

 

 

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